Venezia

19^ Biennale Architettura di Venezia

Oggi, con un permesso speciale, ho avuto l’opportunità di assistere all’anteprima della 19ª Biennale Architettura di Venezia, che aprirà ufficialmente domani, 10 maggio 2025, e resterà aperta fino al 23 novembre 2025. È importante sottolineare che non si tratta della Biennale d’Arte – che si terrà l’anno prossimo – bensì di una mostra interamente dedicata all’architettura.

Per chi non è esperto del settore, alcune esposizioni dei padiglioni nazionali, soprattutto quelli ai Giardini, potrebbero apparire astratte – o persino noiose. Come spesso accade, l’esperienza più coinvolgente si trova all’Arsenale, e in particolare nella sezione delle Corderie.

L’edizione di quest’anno pone una forte enfasi sul cambiamento climatico. Tuttavia, propone una visione piuttosto unilaterale: quella secondo cui l’uomo sarebbe l’unico responsabile della crisi ambientale in atto, senza considerare che il clima è sempre stato un processo dinamico nella storia della Terra. La mostra si apre con un contrasto netto e sorprendente: l’aumento delle temperature globali a fronte del calo della popolazione mondiale. Questa è la realtà concreta con cui gli architetti devono confrontarsi in un’epoca che richiede un adattamento radicale.

Da qui, come spiega il curatore Carlo Ratti, i visitatori attraversano tre ambiti tematici: Natural Intelligence, Artificial Intelligence e Collective Intelligence.

Non ho ancora avuto modo di esplorare i numerosi eventi collaterali sparsi per Venezia, ma se dovessi scoprire qualcosa di interessante, non mancherò di scriverne!

Presentazione dell'ultimo libro di Michael Kenna: "Venezia. Memorie e tracce"

Venerdì 20 dicembre alle 18:30 avrò il piacere di accogliere Michael Kenna al Centro Scalzi di Venezia. In una conversazione parleremo del suo ultimo libro “Venezia. Memorie e tracce, che offre uno sguardo approfondito ai capolavori in bianco e nero del fotografo britannico, molti dei quali sono presentati nello stesso formato delle stampe originali.

Nel corso della serata parleremo della pratica fotografica unica di Kenna, caratterizzata da lunghe esposizioni, spesso della durata di diverse ore. Questa tecnica gli permette di rivelare dettagli nascosti del paesaggio veneziano. La sua macchina fotografica cattura una varietà di soggetti, da cappelle e lucernari avvolti nella nebbia, a stelle cadenti sopra campanili, archi di palazzi, stendibiancheria, archi di gondole, ponti, statue da giardino e pali ritorti che sporgono dalla laguna nera, che ricordano figure antiche.

Le fotografie di Kenna giocano magistralmente con luci, ombre e riflessi, catturando l'intensità poetica di Venezia come nessun altro fotografo.

La mostra di Anselm Kiefer nella Sala dello Scrutinio nel Palazzo Ducale di Venezia

La mostra di Anselm Kiefer nella Sala dello Scrutinio nel Palazzo Ducale

Il titolo della monumentale mostra di Anselm Kiefer nella Sala dello Scrutinio nel Palazzo Ducale di Venezia proviene da uno scritto del filosofo veneziano Andrea Emo: Questi scritti, quando verranno bruciati, daranno finalmente un po' di luce (Questi scritti, quando bruciati, faranno finalmente un po' di luce). Le opere sono state realizzate dall’artista tedesco tra il 2020 e il 2021, e dialogano con i dipinti originali del soffitto.

La mostra di Anselm Kiefer nella Sala dello Scrutinio nel Palazzo Ducale

Il tema che l’artista si propone di sviluppare è il rapporto tra arte contemporanea e musei, da qui il titolo della mostra, “Questi scritti, quando verranno bruciati, daranno finalmente un po' di luce “ tra l’ironico e il cinico, o il rassegnato, se vogliamo.

La mostra di Anselm Kiefer nella Sala dello Scrutinio nel Palazzo Ducale

L’opera di Anselm Kiefer che si svela davanti ai nostri occhi, è monumentale e grandiosa. Sia Emo che Kiefer ci ricordano che questi dipinti emergono dalla negazione, dalla cancellazione degli altri preesistenti su cui si sovrappongono. E non parliamo di dipinti qualunque: gli artisti che hanno lavorato nella sala dello scrutinio, dopo l’incendio che la distrusse nel 1577, sono Jacopo Tintoretto, Andrea Vicentino e Palma il Giovane.

Proprio a causa di quell’incendio, alcuni dipinti andarono distrutti, e nuovi dipinti vennero realizzati. Ora i dipinti di Anselm Kiefer si sovrappongono a quelli preesistenti e saranno destinati a morire una volta disallestiti dal Palazzo Ducale.

Il grande scrittore francese Daniel Pennac a Venezia

Daniel Pennac e la moglie Véronique a Venezia

Ho avuto una grande opportunità di incontrare e fotografare lo scrittore francese Daniel Pennac e sua moglie durante la loro recente visita a Venezia.

Grazie ad un amico comune, dove la coppia vive abitualmente durante il loro soggiorno a Venezia, ho conosciuto Daniel Pennac, un uomo molto simpatico e alla mano. Confesso di non aver letto molti dei suoi libri,  ma credo che adesso inizierò a farlo.

Ho aggiunto questa foto alla mia serie “Nelle case dei veneziani”.

Scattata con una Leica Q2, in una stanza molto buia, nel tardo pomeriggio.

Apesso quando leggo i dati exif delle immagini che scatto negli interno con la Leica Q2 mi sembra quasi impossibile: 1/13 sec.; f/1,7; ISO 1600.

Diaframma f/1,7 e 1/13s a 1600iso significa che siamo in un luogo estremamente buio e che se avessi anche solo dimezzato il tempo di scatto avrei rischiato il mosso.

 

La Venezia dell'archivio del conte Primoli

Le foto scattate nel 1889 a Venezia dal conte Primoli ci mostrano una città quasi uguale nell’architettura, eppure molto diversa.

Sestiere Cannaregio, oggi e nel 1889. Bagno nel canale

Sestiere Cannaregio, oggi e nel 1889. Bagno nel canale

Ho avuto recentemente la possibilità di sfogliare un libro di immagini di Venezia scattate nel lontano 1889, tratte dall’archivio Primoli. Si tratta di una preziosissima raccolta di immagini scattate dal conte Giuseppe Primoli che ci mostrano com’era la vita a Venezia alla fine del XIX secolo.

Sestiere Castello, oggi e nel 1889. Famiglia nella cappella.

Sestiere Castello, oggi e nel 1889. Famiglia nella cappella.

Sestiere Santa Croce oggi e nel 1889.

Sestiere Santa Croce oggi e nel 1889.

Ne ho scelte alcune e dopo un’attenta ricerca per capire dove fossero state scattate (la didascalia spesso indicava solo in modo molto generico tipo: “Bagno nel canale” oppure “Famiglia nella cappella”), sono andato a scattare nello stesso luogo, con la stessa inquadratura e cercando di usare le stessa lunghezza focale

I luoghi sono (quasi) rimasti immutati, mentre manca completamente la vita di strada. Adesso, quando ripasso negli stessi luoghi, mi sembra di sentire le voci, di vedere i movimenti e la vita che era stata immortalata dal conte Giuseppe Primoli.